L’Anno 2022 verrà ricordato uno degli anni peggiori nella storia dei mercati finanziari con un bilancio che ha segnato record negativi su tutti i fronti. Anno negativo per tutte le asset class, sia azionarie che obbligazionarie, che ha lasciato “di stucco” anche il classico portafoglio “bilanciato” che da sempre ha offerto diversificazione e protezione ma come osservare la luce alla fine del tunnel?

Mentre la discesa del mercato azionario può essere facilmente compresa e allo stesso tempo è facile stabilire delle strategie per il suo recupero è stato il mercato obbligazionario ad aver impressionato maggiormente gestori e risparmiatori.

Che i tassi di interesse dovevano iniziare a salire era condiviso e pacifico ma nessuno si aspettava un’inflazione così alta e tassi in salita a questi ritmi. A supporto di queste affermazioni è corretto affermare che per mesi e mesi (nel 2021) siamo stati rassicurati dalle banche centrali sulla brevità e transitorietà dell’inflazione, visione totalmente errata che ha annebbiato la vista di gestori e risparmiatori generando una falsa sensazione di sicurezza. Purtroppo i cosiddetti cigni neri nei mercati finanziari arrivano in questo modo, senza poter essere in alcun modo attesi.

Nessuna difesa quindi nel 2022 se non quella del Franco Svizzero e del Dollaro che hanno funzionato da “bene rifugio” ma quali sono adesso le prospettive economiche del 2023 che potrebbero aiutare a definire strategie di recupero al fine di vedere una luce in fondo al tunnel?

Crescita economica

Dal punto di vista della crescita economica è plausibile che il 2022 trasferisca la sua pesante eredità sul 2023: la spinta economica delle politiche assistenzialistiche e espansive della ripresa post covid si stanno esaurendo mentre le politiche monetarie delle banche centrali sono ora restrittive e vedono un rialzo dei tassi di interesse. Questo mix genera una ragionevole aspettativa di un rallentamento della crescita economica che potrebbe addirittura sfociare in eventi recessivi.

Inflazione

Ruota tutto attorno a cosa farà l’inflazione nel prossino anno. È proprio lei a ingenerare il maggior fattore di incertezza nel 2023 con conseguenti ed evidenti ripercussioni sulle politiche delle banche centrali, sulla redditività delle aziende e sulla crescita economica. Le stime attuali osservano una inflazione in rallentamento che però resterà più elevata del target del 2% stabilito dalle banche centrali.

Guerra e crisi energetica

Anche dal punto di vista della guerra e crisi energetica lo scenario per il 2023 non sembra essere dei migliori. In termini geopolitici è quindi possibili aspettarsi un 2023 tremendamente difficile e le stime di vari team di esperti vedono una bassa probabilità che si possa arrivare ad una pace. Altrettanto e maggiormente bassa (e per fortuna!) la stima di una escalation nucleare della Russia. La maggiore previsione di vari analisti è quindi una continuazione dell’attuale scenario di “logoramento” che lascia sperare ad una qualche sorpresa positiva entro il 2023.

Per quanto riguarda la crisi energetica è invece fondamentale per l’Europa saper costruire una rete di approvvigionamenti e scorte per il prossimo inverno (2023-2024) senza più contare sul gas russo e considerando anche una forte concorrenza della Cina dal punto di vista del gas liquido.

Cina

Dopo un record negativo del mercato azionario cinese all’interno di un contesto globale di mercati negativi è possibile pensare che il governo debba adeguarsi all’endemicità del Covid e allentare la famosa politica Covid Zero che sembra essere non funzionale e autodistruttiva. Tra l’altro numerosi problemi di approvvigionamento mondiale sono stati causati proprio dalla stessa. Si è quindi positivi sull’affermare che la Cina potrebbe tornare a svolgere il suo ruolo di ruota motrice dell’economia mondiale anche se i rischi geopolitici legati alle politiche governative fanno invitare comunque a non rischiare eccessive sovraesposizioni.

Quali Opportunità?

Storicamente dopo anni pessimi nei mercati finanziari susseguono anni di interessanti recuperi. Per questo motivo è interessante poter valutare di attuare diverse strategie di recupero nel 2023. In una ottica di ingresso su uno scenario recessivo il mercato dei bond beneficerà maggiormente mentre le azioni potrebbero osservare una fase di consolidamento del ribasso con possibile e ulteriori scenari negativi che secondo le previsioni non dovrebbero però andar oltre il primo semestre 2023.

D’altra parte le valutazioni interessanti dell’azionario possono consentire prudenti ingressi, magari scaglionati nel tempo sotto forma di piani di accumulo, su aziende di alta qualità e capitalizzazione, al fine di beneficiare dei recuperi che tali asset dovrebbero realizzare nel lungo periodo.

Da questo punto di vista dopo un anno pessimo è possibile pensare che una esposizione bilanciata tra azionario e obbligazionario è quella che potrebbe offrire maggiore opportunità senza necessariamente assumersi particolari rischi.

L’autore del presente vuole comunque sottolineare che seppur le evidenze e possibilità sopra riportate sono la sintesi di numerosi report di diverse società non esiste nessuna certezza che questi eventi sopra si verificheranno e il presente articolo non rappresenta un invito all’investimento in nessuno degli asset sopra menzionati. A maggior ragione essendo l’investimento soggettivo e personale esso non potrebbe prescindere da una adeguata consulenza personale al fine di fornire raccomandazioni specifiche e personalizzate.

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